Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, il cosiddetto e pluri-citato GDPR, è entrato in vigore il 25 Maggio in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, comportando obblighi stringenti per tutte quelle imprese che si trovano a trattare e gestire i dati dei cittadini. Non solo, anche le imprese extra-europee che trattano dati di cittadini residenti dell’Unione dovranno dimostrare di essere in regola con tale regolamento e dovranno essere in grado di esibire i documenti richiesti in caso di controlli da parte delle autorità.

Oltre che ampliare il concetto di dato personale – il GDPR include infatti anche i dati genetici, biometrici e di salute -, questo nuovo regolamento richiede che la raccolta di dati online e offline rispetti alcune caratteristiche ben definite. Tra queste, il fatto che l’informativa sul trattamento dei dati personali dovrà essere chiara, trasparente e facilmente accessibile, il fatto che la raccolta dati debba riguardare informazioni strettamente pertinenti con le finalità per cui vengono richiesti e non dovranno essere utilizzati per ulteriori scopi differenti da quelli esplicitati nel consenso e, infine, il fatto che il consenso deve essere fornito dall’utente in modo esplicito e tracciabile.

Quest’ultimo fatto è particolarmente importante per le aziende. I dati raccolti, infatti, rappresentano per le aziende stesse un immenso patrimonio. Pensate alle migliaia di newsletter che vengono inviate giornalmente: ecco, ora ogni utente sarà tenuto a confermare la propria volontà di ricevere comunicazioni di tal sorta, qualora non lo faccia, l’azienda non potrà più continuare ad inviare le proprie notizie all’utente in oggetto perdendo così un potenziale acquirente.

Se vi eravate iscritti a diverse newsletter in passato, in questi giorni, probabilmente, vi sarete trovati la casella di posta piena di mail che vi incentivano e vi chiedono di confermare i vostri dati e di rinnovare il vostro consenso. È un’operazione che richiede davvero poco tempo, tuttavia moltissimi utenti non sono invogliati a cliccare e a rinnovare il loro consenso. Vuoi perché non aspettavano altro che una scusa per liberarsi da qualche mail di troppo, vuoi per inerzia o perché non ne capiscono l’importanza, sta di fatto che le aziende, se non vogliono perdere i loro utenti e il loro patrimonio, devono studiare espedienti che incentivino i propri followers a mantenersi tali.

Molte aziende si sono limitate a mandare mail informative, sottolineando le modalità dei trattamenti dei dati, il link per poter leggere l’informativa e l’elenco dei propri diritti. Sicuramente onesto ma nel marketing, soprattutto quello digitale, si sa, vince chi ha più contenuto e chi più creatività!

A nostro avviso un esempio vincente è quello della Juventus Football Club non solo è un un team di successo, ma anche un modello di business invidiabile. La campagna di conferma punta sulla passione e sull’amore verso la squadra bianconera. L’incentivo a confermare il proprio consenso è reso ancora più forte dal fatto che la società mette in palio la possibilità di vincere un gadget ufficiale attraverso il rinnovo.

Altro esempio di successo è quello della catena di cosmetici handmade Lush che punta sull’affetto e sulla genuinità del rapporto, con una mail intitolata “restiamo amici” dal tono altamente confidenziale, rassicurante e simpatico!

 

 

 

 

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