L’email marketing è uno degli strumenti più utilizzati, perché a basso costo, semplice e veloce, in grado di arrivare a chiunque e in qualsiasi momento della giornata.

Avere una mailing list a cui spedire le nostre newsletter ovviamente non è sufficiente. Quale sarà il tasso di apertura delle mail che abbiamo spedito?
Solitamente questo dato è molto basso.

Il motivo è molto semplice. La nostra posta elettronica è bombardata di pubblicità, spesso evitiamo di aprirle, figuriamoci di leggerle o di compiere un’azione.

Ma l’email marketing resta uno dei canali più efficaci per la nostra comunicazione. Esistono alcuni accorgimenti per aumentare il tasso di apertura delle nostre newsletter, come per esempio dettagliare l’oggetto della mail, provare a inviarle in giorni differenti o in orari particolari, essere sintetici e rendere riconoscibili e originali le proprie comunicazioni.

Partiamo da qui.

Uno dei modi per differenziarsi e rendersi riconoscibili è quello di usare le emoji. Tutti le utilizziamo, nei social, in chat o in altri tipi di messaggi, ma lo facciamo spesso soltanto in privato: forse perché sono strumenti che fanno leva sulle emozioni, forse perché sembrano un po’ infantili. Al di là di queste considerazioni, le emoji sono molto utili.

Perché usare le emoji in una email commerciale?

Per prima cosa è importante entrare in contatto il nostro utente/cliente: più riusciamo a stabilire una relazione emotiva, più sarà semplice ottenere una reazione. Spesso le persone fanno acquisti d’impulso, non soltanto per necessità.

Un emoji dà un’impressione informale, senza però essere invadente. Aiuta a stabilire un contatto lasciandoci comunque sulla soglia della sfera personale del nostro destinatario, perché richiama e cattura l’attenzione ricordando qualcosa di familiare, ma senza andare oltre.

Un altro aspetto rilevante delle email commerciali, è quello della lunghezza. Spesso potremmo e vorremmo dire mille cose, mostrare tanti prodotti o spiegare mission e vision della nostra azienda, ma non c’è lo spazio e soprattutto c’è la consapevolezza che oberare l’utente di materiale (semplicemente un testo troppo lungo) è controproducente. Ecco che le emoji, in quest’ottica, possono essere di grande aiuto, perché sono un elemento di sintesi e condensano un significato altrimenti esprimibile con un concetto di molte parole, spesso difficili da mettere insieme nella forma. Paradossalmente, è più facile non comprendere o fraintendere un testo, che una emoji.

Ovviamente nell’utilizzo di emoji nel subject delle email dobbiamo tenere conto di alcuni fattori come ad esempio il target al quale indirizziamo la nostra comunicazione: nel caso di destinatari come persone anziane potrebbe non essere una buona strategia. Stesso discorso per quanto riguarda comunicazioni di lavoro con taglio serio e professionale.
Ricordiamoci infine che dobbiamo considerare anche la compatibilità tecnica dei diversi device e client.

Concludendo possiamo dire che è sempre meglio procedere con AB test. Testare gli invii e analizzare le performance per controllare l’andamento dei tassi di apertura e conversioni è senza dubbio il primo passo da fare.

 

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